La pinza ha l'aspetto di una pagnotta dorata, ricca di uova, burro e zucchero, molto morbida e profumata.
Curiosità. La pinza è il più diffuso dei dolci pasquali della tradizione triestina. Simbolicamente rappresenta la spugna con la quale un centurione diede da bere aceto a Gesù. Le nostre nonne la preparavano in casa. Impastavano a mano, incominciando la lavorazione alle prime luci del mattino del Sabato Santo perché, per ottenere una buona pinza, non bisogna avere fretta. Poi, curiosamente, per farla cuocere la portavano al loro forno di fiducia.
Aneddoto. Nostro padre ci raccontava che cucinare le pinze delle massaie era un'impresa praticamente impossibile. Le differenze tra un dolce e l'altro, quanto a ingredienti, lievitazione e peso erano tali che sarebbe stato necessario infornarle una alla volta. Allora, per non deludere le aspettative delle sue clienti piene di buona volontà, di nascosto rimpastava tutte le pinze assieme e le rifaceva una per una, cercando di rispettare le misure originali.
La putizza si ottiene avvolgendo noci, uva sultanina, scorze di arancio candite, pinoli e cacao in una soffice pasta lievitata profumata di rum.
Curiosità. La putizza è uno dei dolci tipici della tradizione pasquale triestina. La sua origine è certamente slava, la parola deriva dal termine "potica" o meglio dal verbo "poviti" che vuol dire avvolgere, arrotolare.
Il presnitz è il dolce della tradizione triestina per eccellenza, ricco di frutta secca e candita (noci, uva sultanina, scorze d'arancia candite, pinoli) che viene avvolta in uno strato sottile di pasta sfoglia.
Curiosità. Simbolicamente il presnitz rappresenta la corona di spine di Gesù. Nacque a metà del XIX° secolo quando un evento importante mise in movimento tutta la città di Trieste. Per accogliere degnamente Sissi, imperatrice di Austria e Ungheria, in visita al castello di Miramare, la città si fece festosamente bella. Si indissero concorsi e gare per la creazione di oggetti d'arte e prodotti di gastronomia e di pasticceria, con l'assegnazione di un premio particolare alla torta più originale dedicata all'Imperatrice. In un'elegante pasticceria apparve per la prima volta un dolce con la scritta “Se giri il mondo ritorna qui!”. Venne premiato con il titolo di “Preis Prinzessin” (Premio Principessa) e ben presto i triestini lo chiamarono sbrigativamente ed amorevolmente presnitz.
Le fave triestine sono piccoli dolci rotondi a base di mandorle e sono di tre colori: bianche alla mandorla naturale, rosa all'aroma di rosa, e marroni al gusto di cacao.
Curiosità. Le fave entrarono a far parte della tradizione all'epoca dell'inaugurazione del Castello di Miramare. Sono tipiche dei mesi di ottobre e novembre e per questo chiamate anche “favette dei morti”.
La titola è una treccia morbida, ricca di uova e burro, che racchiude un uovo sodo colorato di rosso.
Curiosità. La titola è un dolce caratteristico del periodo pasquale. Nella tradizione religiosa cristiana rappresenta i chiodi della croce di Gesù.
La torta Sacher è un dolce tipico viennese, farcito di marmellata di albicocche e arricchito con le mandorle.
Curiosità. La sua storia è legata a Vienna nel periodo in cui era capitale dell'Impero austro-ungarico e al nome del Principe di Metternich perché è stata realizzata in suo onore dal pasticcere Franz Sacher.
Aneddoto. Alcuni anni fa un nostro caro cliente in visita a Vienna ci spedì una cartolina, a noi molto gradita, su cui era scritto: “La vostra è più buona!”.
La Rigó-Jancsi è una torta molto cremosa, con un intenso sapore di cioccolato fondente.
Curiosità. La torta Rigó-Jancsi è un dolce di origine ungherese con una storia affascinante legata all'amore proibito tra la principessa belga Clara Chimay, moglie del principe belga Chimay e il famoso violinista zigano Rigó Jancsi, il quale in segno del suo amore, ideò, assieme ad un famoso pasticcere, un delizioso dolce al cioccolato e lo regalò alla sua amata. Questa torta divenne così famosa sia per la sua straordinaria bontà che per la storia d'amore alla quale era legata.
Dolcetto di origine boema, il buchteln è una sorta di morbida e fragrante brioche di pasta lievitata ripiena di marmellata di albicocche, che va gustate calda, appena sfornata.
Lo strudel, dolce della tradizione austro-ungarica, è confezionato con un sottile strato di pasta sfoglia al burro e ripieno di mele o ricotta.
Curiosità. Nella stagione estiva la scelta si arricchisce con gli strudel di ciliegie, pesche, albicocche e susine.
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